BIOFEEDBACK
Introduzione al Biofeedback
Il biofeedback è una strategia terapeutica che utilizza strumenti elettronici per monitorare i cambiamenti nelle funzioni fisiologiche, rendendo disponibile l’informazione al paziente. Una specifica apparecchiatura mostra al soggetto l’andamento di una determinata funzione dell’organismo, con lo scopo di facilitare l’autoconsapevolezza e il controllo di alcuni parametri fisiologici. In questo modo, in base alle informazioni che si ottengono, è possibile correggere eventuali disfunzioni e modificare comportamenti sbagliati. Infatti, in genere un individuo non è consapevole dei propri processi psicofisiologici e di quelli adottati inconsciamente dall’organismo per interagire con l’ambiente esterno, ma con il biofeedback questi possono essere posti sotto controllo volontario.
Patologie e disturbi in cui si usa la terapia del Biofeedback
Cefalea, torcicollo, contratture muscolari, problemi posturali, mal di schiena, disturbi della circolazione, disturbi della digestione, emicrania, lesioni nervose, ipotono del pavimento pelvico etc…
La tecnica del Biofeedback
La terapia del biofeedback si avvale di uno strumento, elettronico o meno, che rileva, fornisce e registra un feedback visivo e/o uditivo dell’attività che vogliamo modulare (può essere legata alla contrazione muscolare, all’attività delle ghiandole sudorifere, alla temperatura periferica, alla frequenza cardiaca…). Per esempio, in caso di biofeedback elettrici, l’attività muscolare viene registrata attraverso piccoli elettrodi di superficie che trasmettono gli impulsi a dispositivi visivi ed acustici di rilevazione. L’informazione ricevuta dal paziente viene elaborata in termini di controllo volontario della tensione muscolare, stimolando muscoli dalla ridotta forza muscolare con esercizi di rinforzo o, al contrario, ottenendo uno “spegnimento” allo scopo di rilassare. In questo modo, il fisioterapista potrà insegnare al paziente tecniche ed esercizi adatti ad operare gli opportuni cambiamenti, al fine di riportare alcuni valori alla normalità e, di conseguenza, modificarne le reazioni. In genere, il trattamento prevede un ciclo di 10 sedute di allenamento della durata di 15-20 minuti ciascuna.
In questo articolo parleremo dello Stabilizer, un particolare biofeedback non elettrico.
STABILIZER – Pressure Biofeedback
Lo Stabilizer, concepito da fisioterapisti, è uno strumento semplice che registra la pressione variabile in una cella a pressione riempita d’aria. In questo modo i movimenti del copro, specialmente quelli spinali, si segnano mentre si fanno gli esercizi. Lo strumento è composto da una combinazione di metro/bulbo di gonfiatura per la cella pressione
La ricerca ha dimostrato che questi tipi di esercizi sono di particolare importanza per la prevenzione ed il trattamento del dolore del segmento inferiore e di quello cervicale della colonna per la cura di diverse patologie. Le tecniche previste per gli esercizi prevedono un movimento lento e controllato del corpo. Lo Stabilizer è utilizzato per monitorare e fornire un feedback al movimento del corpo durante l’esercizio. In questo modo l’esercizio effettivo favorisce il miglioramento del dolore alla schiena ed al collo.
CERVICALE: Il training per la stabilizzazione del tratto cervicale prevede la co-attivazione degli schemi di co-contrazione dei muscoli sotto-occipitali (posteriori) e quelli anteriori (ioidei). Essi agiscono insieme, aumentando la tensione sulla fascia cervicale superficiale, media e profonda, con un’azione tipo collare, fornendo stabilità alla colonna nel segmento cervicale.
LOMBARE: Il training per la stabilizzazione del core prevede il nuovo apprendimento della co-attivazione degli schemi di co-contrazione del trasverso addominale e del multifido lombare. Essi agiscono insieme, aumentando la tensione sulla fascia toracolombare con un’azione tipo corsetto, fornendo stabilità alla colonna nel segmento lombare.
Esercizio Terapeutico per torcicollo
L’esercizio terapeutico che più frequentemente utilizziamo nella Fase 1 riabilitativa (quindi per toricocollo, cervicalgia, instabilità cervicale, etc…) è il Training dei Flessori Cervicali Profondi.
- Si sistema il cuscino dello stabilizer ripiegato sotto il collo in modo che appoggi sotto l’occipite.
- Gonfiarlo, tramite il manometro a disposizione, fino a raggiungere un valore di base di 20 mmHg.
- Il paziente deve muoversi eseguendo delicati cenni della testa come se stesse dicendo di “si”.
- Insegnare al paziente a mettere la lingua sulla sommità della bocca, labbra unite con denti leggermente separati (in questo modo si eviterà di reclutare muscoli come platisma o lo ioide)
- Insegnare al paziente ad annuire delicatamente in modo da raggiungere 22mmHg. Verificare se il paziente è in grado di mantenere la posizione in modo costante., In caso affermativo, far rilassare il paziente e ripetere fino a raggiungere la posizione prefissata di 24 mmHg
- La pressione che il paziente è in grado di mantenere in modo continuo, con un’attività muscolare superficiale minima, è la pressione di riferimento per la misurazione della capacità di resistenza, cioè 10 ripetizioni della durata di 10 secondi
Benefici del Biofeedback
I benefici sono molteplici:
- Riduzione dei trattamenti farmacologici
- Rinforzo muscolare in fasi acute della patologia (dove è impossibile fare ampi movimenti con il segmento in questione)
- Acquisizione di abilità motorie corrette e del controllo volontario sulla muscolatura, stabilendo un adeguato circuito di informazione di ritorno tra il sistema sensoriale e quello motorio
In Clinica della Cervicale abbiamo un metodo specifico, personalizzato, scientifico, che ci permette di lavorare su molteplici patologie e disfunzioni della cervicale.
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