MANIPOLAZIONI VERTEBRALI
Le Manipolazioni articolari e i principi fondamentali
La manipolazione articolare viene definita come un movimento passivo di una determinata articolazione scheletrica. Solitamente questo movimento è diretto a una o più articolazioni sinoviali ‘bersaglio’ con l’obiettivo finale di ottenere degli effetti terapeutici (riduzione del dolore, aumento della mobilità).
Le tecniche manipolative articolari possono essere suddivise in:
- Manipolazioni Vertebrali (anche dette HVLA o THRUST);
- Manipolazioni delle articolazioni periferiche.
In questo articolo parleremo maggiormente delle prime.
Queste tecniche fanno parte della terapia manuale e vengono utilizzate per favorire il primo principio della terapia manuale cioè quello dell’autoguarigione.
Le tecniche manipolative articolari hanno la capacità di incrementare e migliorare la funzione neurologica, la circolazione sanguigna, la mobilità articolare e sono in grado di ridurre le tensioni muscolari.
Questi trattamenti manipolativi vengono utilizzati in tutto il mondo da fisioterapisti, osteopati, chiropratici e medici, a scopo terapeutico nei dolori muscolo-scheletrici di tutto il corpo:
- Colonna: dolore cervicale, dorsale, lombare
- Arti superiori: dolore spalla, gomito, mano
- Arti inferiori: anca, ginocchio, piede
Molto spesso l’applicazione di queste tecniche, specialmente delle manipolazioni vertebrali, trova un ruolo fondamentale anche nella correzione dei vizi posturali, questo perché mirate alle articolazioni e quindi al recupero dell’articolarità e agiscono in modo significativo anche sul nostro sistema nervoso.
La manipolazione vertebrale è caratterizzata da un tipico rumore che fa capire che la manipolazione è avvenuta con successo. Si tratta di un rumore spontaneo causato da un processo di cavitazione cioè dal fenomeno consistente nella formazione di bolle di gas all’interno di un fluido che, in questo caso, è il liquido sinoviale che troviamo nelle articolazioni.
Queste bolle di gas nel momento della manipolazione implodono producendo quel rumore caratteristico.
LINK pubmed (pubblicazione scientifica)
Questo rumore, che alcuni potrebbero erroneamente pensare possa essere deleterio ed usurante per le articolazioni, in realtà, non provocare nessuno dei danni immaginati, in quanto queste affermazioni non sono mai state sostenute da prove scientifiche.
In uno studio dell’Uniformed Services University of the Health Sciences, i ricercatori hanno esaminato 250 persone di età compresa tra 50 e 89 anni, il 20% delle quali ha eseguito regolarmente lo “scrocchio delle dita”. Hanno scoperto che, tra coloro che si scrocchiavano le dita delle mani, il 18.1% aveva l’artrite alle mani rispetto al 21,5% riscontrato nelle persone che non si sono scrocchiate le dita.
Questo studio ha dimostrato che le possibilità di sviluppare artrite nelle articolazioni sono praticamente le stesse, indipendentemente dal fatto che una persone si scrocchi o no le dita.
LINK pubmed (pubblicazione scientifica)
Possiamo dire con certezza che non vi è alcun legame tra il cracking delle articolazioni, sia che si tratti delle dita della mani o della schiena, e l’artrite.
Le manipolazioni articolari step-by-step
Le manipolazioni articolari sono un movimento passivo cioè in cui il paziente non deve muoversi durante l’esecuzione, anzi deve cercare di rimanere il più rilassato possibile.
Si esegue fondamentalmente attraverso 3 fasi:
- Il posizionamento del paziente. A seconda della posizione che assumerà il paziente, il terapeuta dovrà assumere una posizione corretta e appropriata in modo da poter eseguire la manipolazione nel modo migliore possibile e più sicuro, per se stesso e per il paziente.
- La messa in tensione. Solitamente, il segmento da trattare viene immobilizzato dal terapeuta finché non si incontra la fine del movimento passivo, ossia la cosiddetta barriera di restrizione, su cui poi l’operatore effettuerà il Thrust cioè la vera spinta per effettuare la manipolazione vera e propria.
- Thrust omanipolazione propriamente detta. Dopo aver scelto la direzione della manipolazione, la posizione sia del paziente che dell’operatore, e aver trovato la barriera di restrizione con la messa in tensione, viene effettuata la vera e propria manipolazione attraverso un breve impulso anche detto Thrust. Quest’ultimo è un movimento rapido e limitato che vince una resistenza dell’articolazione (barriera di restrizione) e che è accompagnato dal caratteristico scrocchio.
I rischi delle manipolazioni vertebrali: le prove scientifiche
Questo è un argomento molto discusso e spesso controverso per cui ho ritenuto necessario riportare anche le ricerche effettuate finora riguardo gli effettivi rischi di una manipolazione vertebrale per i pazienti.
Qualsiasi tipo di intervento terapeutico ha un rapporto rischio-beneficio per il paziente ed è proprio in base a quel rapporto che ci si basa per poter scegliere una terapia piuttosto che un’altra.
Anche le manipolazioni articolari e vertebrali possono avere dei rischi, per il paziente. Quando possono esserci dei rischi? SOLO Quando il terapista che le applica non si attiene alle indicazioni terapeutiche (spesso succede con terapisti improvvisati, con poca esperienza, non aggiornati, o che non hanno i titoli e la formazione necessaria alla corretta esecuzione).
Secondo lo studio che ti riporto sotto è possibile calcolare che tra tutti i membri dell’associazione medica Svizzera di medicina manuale possiamo avere una complicazione dovuta alla manipolazione del rachide cervicale in 47 anni di pratica e una complicazione dovuta alla manipolazione della colonna vertebrale lombare in 38 anni di pratica.
LINK pubmed (pubblicazione scientifica)
La regione anatomica per cui si pensa spesso ci siano maggiori rischi dovuti alla manipolazione vertebrale è la regione cervicale perché è una zona molto sensibile e soprattutto perché sono presenti vasi sanguigni che portano il sangue al cervello.
Mentre il ragionamento anatomico sopra descritto ci può far pensare ad un’elevata pericolosità delle manipolazioni vertebrali del tratto cervicale, questo trattamento manipolativo non è mai stato invece inserito tra i trattamenti ad elevata pericolosità.
In realtà inizialmente alcuni studi scientifici dimostrarono che solo un trattamento su 5 milioni di applicazioni poteva essere a rischio e proprio questo valore basso spronò la pubblicazione di altri studi scientifici riguardo il cambiamento del flusso del sangue all’interno dei vasi sanguigni. Questi studi evidenziarono che non esistono rischi sostanziali dovuti all’applicazione delle manipolazioni cervicali.
Quindi fu evidenziato che:
Gli incidenti cerebrovascolari dopo la manipolazione cervicale sembrano essere imprevedibili e dovrebbero essere considerati una complicanza intrinseca e rara di questo approccio terapeutico.
LINK pubmed (pubblicazione scientifica)
Le manipolazioni articolari hanno comunque delle controindicazioni, infatti, sono sconsigliate a tutti i pazienti affetti da:
- Malattie neoplastiche di origine primitiva o secondaria;
- Malattie reumatiche;
- Malattie infettive acute o croniche;
- Malattie traumatiche recenti come le fratture e/o distorsioni;
- Osteocondrosi giovanili.
La storia delle manipolazioni vertebrali
Sia nel mondo occidentale che in quello orientale ritroviamo in alcuni documenti la descrizione delle manipolazioni vertebrali e quindi delle tecniche manipolative terapeutiche della colonna vertebrale.
L’approccio manipolativo vertebrale, fu protagonista anche durante l’epoca romana e la manipolazione vertebrale fu considerata tra le pratiche manuali più rilevanti del 900. Già in alcuni testi di Ippocrate e di medicina cinese venivano riportate e descritte manovre manuali realizzate specificatamente per trattare alcune patologie derivanti da problemi della colonna vertebrale.
Le manipolazioni osteopatiche che, come abbiamo detto, non sono le uniche manipolazioni vertebrali esistenti, diventarono famose nel 1913 da Moutin che per primo pubblicò un’opera in francese dedicata proprio all’osteopatia. Il dottor Robert Lavezzari, invece, solo negli anni Venti introdusse per primo questa disciplina nell’ ambiente medico ma solo dagli anni Trenta in poi queste tecniche furono inserite nella pratica terapeutica vera e propria.
Campi di applicazione
Per quanto riguarda i campi di applicazione di queste tecniche, come abbiamo detto la manipolazioni articolari sono da sempre utilizzate a scopo terapeutico nel trattamento dei dolori muscolo-scheletrici di tutto il corpo:
- Colonna: dolore cervicale, dorsale, lombare
- Arti superiori: dolore spalla, gomito, mano
- Arti inferiori: anca, ginocchio, piede
Possono essere trattati con successo:
- Cervicalgia e Cervicobrachialgia,
- Ernia del disco cervicale, dorsale e lombare,
- Spalla dolorosa,
- Lombalgia e Dorsalgia,
- Sciatalgia e Lombosciatalgia
- Cruralgia e Lombocruralgia,
- Epicondilite,
- Epitrocleite,
- Sindrome del tunnel carpale,
- Gonalgia,
- Meniscosi,
- Tendinopatia rotulea,
- Metatarsalgie,
- Fascite Plantare,
- Pubalgia,
- Trocanterite e Coxalgia.
- Molte ernie del disco e coccigodinie
- Correzione paramorfismi: Scoliosi, Iperlordosi e Ipercifosi
A seconda delle tecniche manipolative scelte e del ragionamento clinico scelto per il trattamento, ci possono essere alcune differenze nell’approccio terapeutico per il dolore cervicale, ma l’operatore, sia che utilizzi tecniche osteopatiche o chiropratiche, si focalizza principalmente nel ripristinare il corretto movimento del rachide cervicale e nella riduzione del dolore e delle contratture muscolari.
Nello studio che ti riporto nel link qui sotto è emerso che le HVLA cervicali sono più efficaci della terapia farmacologica nel trattamento del dolore acuto e subacuto cervicale sia a breve che a lungo termine.
LINK pubmed (pubblicazione scientifica)
Questi risultati che ti riporto nell’articolo in basso suggeriscono che le HVLA vertebrali toraciche migliorano la disabilità del collo, i livelli di dolore e l’ampiezza del movimento nelle successive 24 ore e a 1 settimana dal trattamento nei pazienti con dolore cervicale cronico di origine meccanico.
LINK pubmed (pubblicazione scientifica)
Per quanto riguarda il dolore dorsale sempre di origine muscolo-scheletrico le condizioni dolorose per cui maggiormente vengono utilizzate queste tecniche sono: le dorsalgie di origine cervicale, cioè il dolore dorsale dovuto a problematiche del tratto cervicale, il dolore toracico di origine costo-vertebrale o costo-sternale che appunto origina da problematiche di queste articolazioni periferiche.
In questi casi vengono trattati e manipolati quasi sempre anche i segmenti vertebrali cervicali proprio per la loro relazione e vicinanza dal punto di vista anatomico e le articolazioni costo-vertebrali e costo-sternali.
Infine troviamo forse la più comune e diffusa applicazione delle manipolazioni vertebrali nel trattamento del dolore lombare a cui ormai quasi tutti i professionisti sanitari che si occupano di queste problematiche fanno riferimento come trattamento ritenuto ormai comunemente più efficace.
Uno studio del 2010 ha esaminato varie terapie manuali, riportando la manipolazione spinale come efficace per il dolore cronico lombare e con una moderata evidenza della sua efficacia per il dolore acuto della regione lombare.
LINK spine manipulation
Le sintomatologie dolorose per cui queste tecniche solitamente vengono utilizzate sono le lombalgie, ossia il dolore lombare, le sciatalgie e le cruralgie di origine toracica e di origine lombare, cioè per il dolore del nervo sciatico o del nervo crurale (femorale) che derivano da problematiche della colonna toracica e lombare.
Ci tengo a ricordare quanto è importante e efficace l’utilizzo delle manipolazioni vertebrali anche in presenza di protrusioni o ernie discali cervicali, dorsali o lombari. L’evidenza dell’efficacia di queste tecniche anche in presenza di queste degenerazioni discali è ormai risaputa.
In Clinica della Colonna le manipolazioni osteopatiche e chiropratiche (vertebrali e periferiche) sono integrate sempre (se non controindicato) nel nostro metodo di lavoro, vengono effettuate da personale qualificato ed esperto, abbreviando notevolmente i tempi di guarigione del paziente.
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