COSA SI INTENDE PER CERVICALGIA?
La cervicalgia è un problema comune che riguarda la cervicale e che colpisce molte persone nel corso della loro vita. Circa il 30% delle persone che soffrono di cervicalgia svilupperà sintomi cronici che durano più di sei mesi. Dal 37% al 44% delle persone che soffrono di dolore al collo riferiranno anche sintomi persistenti per almeno 12 mesi dopo il primo episodio.
Qualche accenno di anatomia: La cervicale (parte superiore della colonna vertebrale) è composta da sette vertebre (chiamate c1-c7). Ogni vertebra parte dalla base del cranio (c1) e arrivano alla fine del collo con la vertebra prominente, il cui processo spinoso è ben palpabile (c7).
I problemi cervicali possono spesso causare dolore nella zona del collo, ma concorrono anche a causare altri sintomi frequenti come capogiri o vertigini improvvise.
Quando qualcuno presenta una cervicalgia, spesso potrebbe essere affetto da infiammazione acuta delle vertebre cervicali. Ciò può causare grave rigidità, tensione muscolare, disturbi nervosi o punti trigger. Questo perché le vertebre cervicali sono compresse da strutture anatomiche vicine, come i dischi che si trovano tra le vertebre (sporgenze o ernie del disco), e da strutture ossee (artrosi o stenosi).
CAUSE DELLA CERVICALGIA
I meccanismi che causano il dolore al collo non sono completamente compresi scientificamente (Kindler et al 2010). Vari documenti di ricerca scientifica hanno tentato di identificare le persone che sono maggiormente a rischio di sviluppare dolore al collo:
- Essere donne, caucasiche e di mezza età aumenta il rischio di dolore cronico al collo (Goode et al 2010)
- Una storia di dolore al collo o simile al colpo di frusta può aumentare la probabilità di sviluppare dolore cronico in futuro (Verhagen et al 2007)
- L’occupazione e il tipo di lavoro sono fattori di rischio per lo sviluppo di dolore cronico al collo (Croft et al 2001)
- L’aumento degli stili di vita sedentari, il lavoro d’ufficio e l’uso della tecnologia hanno aumentato la prevalenza del dolore al collo negli ultimi anni (Falla 2004)
- Fattori psicosociali come la depressione e l’ansia colpiscono dal 20% al 50% delle persone con dolore cronico (Whitten et al 2005).
Le cause del dolore vanno dall’aumentata ipersensibilità delle articolazioni e delle strutture fasciali (muscoli, tessuto connettivo, tendini, legamenti, ecc.) e dei nervi a eventi più pericolosi per la salute come la mielopatia.
Il dolore al collo dovuto a cause più gravi come fratture, tumori e disturbi vascolari non è trattato in questo articolo.
Alterazioni degenerative dei dischi intervertebrali o delle faccette articolari
Compressione del forame emergente della radice nervosa per ernia del disco e/o formazione di osteofiti con sviluppo di radicolopatia lungo le estremità superiori (Malanga et al 2011)
Debolezza e affaticamento da uso eccessivo (postura, stile di vita, sport, lavoro, ecc.)
Inoltre, nel rachide cervicale, uno sforzo improvviso sul collo può portare a ernia del disco, specialmente in una posizione del collo flessa. Negli anziani, ripetute estensioni del collo con osteofiti coesistenti e rotazioni ripetute richieste in alcuni sport come il nuoto e il tennis possono portare a complicanze insidiose (Malanga et al al. 2011)。
SINTOMI DELLA CERVICALGIA
Tra i sintomi della cervicalgia troviamo:
Dolore acuto: Generalmente descritto come lancinante simile ad un coltello. Di solito il dolore è puntiforme o irradiato a strutture vicine.
Rigidità: Se il dolore diventa ingravescente, può contribuire ad una ridotta mobilità muscolare, legamentosa e/o delle articolazioni dorsali.
Dolore radiante: Dolore di tipo nervoso, periferico, che potenzialmente può diramarsi lungo il braccio, avambraccio, mano o dita. Questo dolore può variare da sordo ad acuto oppure essere simile a una scossa elettrica e può essere discontinuo;
Formicolio, intorpidimento o debolezza: Proprio come il dolore radiante, questi sintomi possono irradiarsi in vari distretti del corpo;
COSA FARE IN CASO DI CERVICALGIA
Hai compreso che il dolore al collo (e in realtà il dolore presente ovunque nel corpo) è di natura multifattoriale, con persone che segnalano sintomi diversi a seconda del problema, delle influenze psicosociali e dell’età. Queste presentazioni cliniche complesse richiedono un piano di trattamento personalizzato in base alla capacità funzionale, ai sintomi specifici di ciascun paziente e alle proprie aspettative.
L’obiettivo della classificazione è determinare l’approccio terapeutico che risulti efficiente e volto ad ottenere il miglior risultato clinico per il singolo paziente. La classificazione può anche determinare l’adeguatezza del paziente per la fisioterapia.
Il primo passo in questo sistema di classificazione determina se il paziente sia idoneo alla fisioterapia. Questa fase prevede lo screening delle “bandiere rosse” (mielopatia cervicale, cancro, instabilità legamentosa, frattura e compromissione vascolare) e cause non muscolo-scheletriche del dolore al collo (ad esempio un sospetto o recente evento cardiaco).
Questo stadio preliminare è fondamentale per escludere patologie significative che necessitino il rinvio al medico per richieste di ulteriori immagini radiologiche e / o altre indagini strumentali prima di iniziare un ciclo di fisioterapia. Durante questa fase, due specifiche regole di predizione clinica (CPR) possono aiutare a formulare il miglior giudizio clinico: la CPR per la mielopatia cervicale (Cook et al. 2010) e le “Canadian Cervical Spine Rules” per il rischio di fratture
Dopo aver escluso la presenza di una o più condizioni mediche gravi, viene rivisto il profilo psicosociale del paziente per identificare eventuali “bandiere gialle” (eventi catastrofici, convinzioni negative, esercizio fisico).
Questi pazienti entreranno gradualmente in programmi di esercizi terapeutici o di ricondizionamento fisico generale (aerobica, pesi, ecc.) e/o di educazione al dolore.
CERVICALGIA ED HVLA
La tecnica HVLA (High Velocity Low Amplitude) è un’applicazione di terapia manuale mirata. Conosciuta anche come tecnica di “spinta” o “aggiustamento”, è comunemente usata nei campi della fisioterapia, dell’osteopatia e della chiropratica, campi nei quali noi di Clinica della Colonna siamo ampiamente esperti.
Poiché l’obiettivo di HVLA sono le articolazioni sinoviali del nostro sistema muscolo-scheletrico e la loro esecuzione è spesso accompagnata da un suono che ricorda un “crack” o “pop” (un noto fenomeno di cavitazione articolare), ormai comune e ben noto alle persone.
Ciò è essenzialmente dovuto alla condensazione e successiva liberazione delle microbolle di azoto presenti nel liquido sinoviale in seguito alla dinamica generata dalla spinta. Le particelle di azoto sono solo un prodotto di scarto dell’attività metabolica dei condrociti.
E’ stata ormai ampiamente dimostrata anche la totale sicurezza della manipolazione, completamente priva di rischi, ovviamente se eseguita da personale specializzato in tecniche osteopatiche, chiropratiche o manipolazioni fisioterapiche.
BENEFICI DELL’HVLA
È stato ampiamente dimostrato che l’HVLA è in grado di migliorare la gamma di movimento nelle articolazioni, interrompendo le aderenze dei tessuti intracapsulari ed extracapsulari, con conseguente aumento del “range di movimento”.
Quello che molte persone non sanno è che l’HVLA non solo agisce sulla meccanica articolare, ma ha anche una serie molto importante di effetti neurofisiologici che si verificano sia localmente che a una certa distanza dall’area manipolata.
Infatti, queste tecniche possono aumentare la soglia di attivazione del riflesso di stiramento del tessuto miofasciale, che può ridurre la capacità di esercizio dell’area articolare quando il tessuto fasciale diventa teso. Ciò è possibile grazie alla rapida esecuzione di tecniche di manipolazione in grado di “silenziare” temporaneamente propriocettori chiave come i fusi neuromuscolari e gli organi tendinei del Golgi.
L’HVLA ha un effetto analgesico (la stimolazione meccanica della radice dorsale favorisce il rilascio di beta-endorfine), un effetto bioattivante e “rilassante” sui muscoli periferici (aumentando rispettivamente la forza erogata attraverso di essi e l’attività elettromiografica dei tessuti contrattili), e infine un effetto inibitorio o stimolante sul sistema viscerale (grazie alla stretta interazione anatomica e funzionale tra il sistema scheletrico e il SNA).
Noi di Clinica della Colonna, avendo chiari gli effetti biologici e neurovegetativi positivi apportati dalla tecnica HVLA, possiamo facilmente strutturare un programma terapeutico cucito su misura del paziente, adoperando una o più di una delle nostre vastissime tecniche di manipolazione.
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