Oggi parleremo dell’articolazione del ginocchio e più precisamente del Legamento Crociato Anteriore ,comunemente chiamato LCA, e delle sue lesioni. Questo legamento nasce dalla parte distale ed inferiore del femore e termina sulla parte prossimale superiore della tibia.
Ha due importanti funzioni:
- Prevenire l’iperestensione del ginocchio.
- Limitare rotazione interna della tibia.
Una delle situazioni che provocano la rottura di questo legamento, soprattutto nel calcio, è di tipo traumatico come un colpo di retto sul ginocchio; non sempre la lesione avviene per eventi di origine traumatica , ma può avvenire anche senza che vi sia un contatto con altri soggetti, per esempio quando si effettuano cambi di direzione repentini o si atterra dopo un salto sul ginocchio in iperestensione.
Il quadro clinico presenta moderato o intenso dolore , impossibilità di continuare l’attività sportiva (maggior parte dei casi soprattutto in mancanza di un ottimo tono muscolare che permetta di ammortizzare le forze sul ginocchio), nelle ore post-infortunio il ginocchio appare gonfio, difficoltà a camminare.
Dopo la rottura, all’atleta verrà spontaneo chiedere un consulto ad un fisioterapista o ortopedico, ma in alcuni casi il gonfiore eccessivo ed il dolore potrebbero rendere difficile la valutazione non avendo di conseguenza una diagnosi accurata, difatti si consiglierà una RM (meglio se dopo 2-3 settimane per evitare diagnosi non esatte).
L’ortopedico si avvarrà di alcuni test per poter accertare la rottura di LCA:
§ Test del cassetto anteriore
§ Test di Lachman
§ Jerk Test
La maggior parte delle persone associa la rottura del legamento crociato alla chirurgia, ma la domanda è “Ho necessariamente bisogno dell’operazione?”.
La risposta varia da soggetto a soggetto prendendo in considerazione molti fattori come il tipo di lavoro che si svolge, l’età del paziente, la presenza di lesioni associate (menischi, cartilagini).
Qualora si optasse per la chirurgia bisogna esser consapevoli che si dovrà intraprendere un percorso di fisioterapia immediato nel post-operatorio con mobilizzazioni passive ed esercizi isometrici per il quadricipite.
L’iter riabilitativo è formato da 4 fasi, dove nelle prime fasi gli obiettivi sono quelli di ridurre l’infiammazione anche utilizzando la terapia strumentale, recuperare il range di movimento con esercizi attivi e passivi, recupero graduale globale della muscolatura dell’arto inferiore, rieducazione del passo (inizialmente con bastoni canadesi).
Nelle ultime fasi si dovrà aver raggiunto la piena articolarità, un buon tono muscolare ed un ottimo controllo neuromuscolare per iniziare gradualmente un programma di ritorno alla sport e non incorrere in spiacevoli ricadute.
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