IL LINFEDEMA

LINFEDEMA: CHE COS’È?

Il linfedema è una condizione patologica caratterizzata di un accumulo di linfa agli arti inferiori o superiori causato da un rallentamento o un blocco alla circolazione linfatica.

Per tali motivi il sistema linfatico subisce quindi un sovraccarico funzionale e non riesce a drenare la linfa in eccesso con una raccolta di linfa nell’interstizio cellulare.

È una patologia cronica e a carattere evolutivo, colpisce circa 1 persona su 20, in particolare donne tra i 30 e i 40 anni.

Si manifesta con un incremento del volume dell’arto colpito e può causare danno funzionale, psicologico e sociale.

Non esistono cure definitive per il linfedema, ma può essere notevolmente ridotto tramite il trattamento riabilitativo, il quale può migliorare considerevolmente la qualità di vita dei pazienti.

COME SI RICONOSCE?

Il linfedema è caratterizzato principalmente da edema, senso di pesantezza, dolore e deficit funzionale dell’arto interessato.

Può peggiorare durante la notte, con il caldo, prima dell’arrivo delle mestruazioni e migliorare durante la giornata. La cute appare tesa e lucida, se si esercita una leggera pressione all’arto coinvolto rimane l’impronta (segno della fovea).

Generalmente il linfedema è asimmetrico, ossia unilaterale e in tale circostanza un arto appare visibilmente più edematoso del controlaterale.

A seconda della gravità della condizione patologica correlata, tale gonfiore può essere più o meno importante: da lieve sino alla elefantiasi, ossia quando un arto diventa estremamente grande con una grave ipercheratosi e dall’aspetto di pelle di elefante.

QUALI POSSONO ESSERE LE CAUSE

Esistono diversi tipi di linfedema, possono essere classificati principalmente in:

  • primario: causato da anomalie congenite al sistema linfatico e cioè da una malformazione o un malfunzionamento dei vasi linfatici e dei linfonodi. Alcuni esempi sono la malattia di Milroy, la malattia di Meige.
  • secondario: causato da interventi chirurgici spesso su base tumorale. Frequente è il linfedema conseguente alla mastectomia per tumore alla mammella. Durante l’intervento vengono rimossi i linfonodi ascellari. Di conseguenza il sistema linfatico non è più in grado di drenare la linfa dell’arto superiore, il quale diventa edematoso. Frequenti sono pure i linfedemi causati dall’asportazione dei linfonodi pelvici per tumore all’utero o alla prostata.

Fanno parte dei linfedemi secondari anche quelli di origine post-traumatica, quelli correlati a insufficienza venosa agli arti inferiori, o causati da malattie cardiache.

QUALI SONO I POSSIBILI TRATTAMENTI RIABILITATIVI?

Lo scopo dei trattamenti riabilitativi è quello di ridurre l’edema e rallentare la progressione del problema.

Clinica della colonna ha uno staff specializzato nel trattamento del linfedema, che passa da più fasi specifiche:

 

  • linfodrenaggio manuale: è un tipo di massaggio praticato quando c’è una riduzione della circolazione linfatica e un ristagno di liquidi in eccesso. Lo scopo è quello di drenare la zona colpita dal linfedema e ridurre la sintomatologia dolorosa. Viene praticato tramite movimenti lenti e delicati, ritmici e che vanno dal basso verso l’alto; è importante che il paziente non provi dolore. Il linfodrenaggio svolge una vera e propria azione meccanica sul sistema linfatico e quindi lungo i vasi linfatici e i linfonodi. Oltre ad avere un’azione drenante migliora anche il sistema immunitario in quando la linfa contiene anche i linfociti, le cellule del nostro corpo adibite alla formazione di anticorpi e quindi alla difesa del nostro organismo dai patogeni esterni.
  • Pressoterapia: la pressoterapia è una terapia fisica che migliora la circolazione linfatica e
    sanguigna. Prevede l’applicazione di uno stivale collegato ad un macchinario che, tramite dei
    cuscinetti ad aria, effettuerà delle pressioni ad onda a livello della zona da trattare.
    La pressoterapia può essere abbinata al linfodrenaggio e alla ginnastica linfatica che comunque
    rimangono le principali terapie per trattare il linfedema.

Ginnastica linfatica: Come nelle vene anche nei vasi linfatici propriamente detti (o vasi
collettori) si trovano valvole a nido di rondine per impedire il reflusso del fluido verso la periferia.
Il tratto di collettore compreso tra due valvole viene chiamato linfangione. La caratteristica del
linfangione è di possedere la capacità di contrarsi in maniera autonoma: rappresentano
pertanto la più piccola unità motoria di drenaggio linfatico, originariamente chiamata cuore
microlinfatico. Inoltre, la linfa scorre anche grazie all’azione dei muscoli striati presenti negli arti (quadricipite, polpaccio, bicipite, tricipite, etc…);

contraendosi e rilassandosi, questi tessuti funzionano come una vera e propria pompa. Risulta evidente quindi che la contrazione della muscolatura risulta fondamentale per la circolazione linfatica. Proprio per questo motivo in caso di stasi linfatica e linfedema la ginnastica linfatica svolge un ruolo fondamentale nel drenaggiolinfatico.
La ginnastica linfatica è un particolare tipo di esercizio terapeutico, caratterizzata da esercizi che
non richiedono uno sforzo eccessivo, gli esercizi sono svolti partendo dalla parte inferiore del corpo
per poi risalire, seguendo sempre la direzione del sistema linfatico.

L’esercizio fisico è seguito poi da allungamenti muscolari graduali e simmetrici associati alla respirazione.

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