COSA SI INTENDE PER DORSALGIA?
La parte superiore e centrale della schiena è chiamata tratto dorsale o toracico, composto da 12 piccole ossa chiamate vertebre toraciche. La parte superiore della schiena ha anche dischi che separano ciascuna vertebra dalla successiva, e la loro funzione è di assorbire gli urti ai quali la colonna è sottoposta.
Ci sono diversi muscoli e legamenti che tengono unita la colonna vertebrale e spesso la dorsalgia può dipendere da problematiche come: lesioni alle ossa, ai dischi, ai muscoli e ai legamenti.
Con il termina dorsalgia si intende dunque una dolenzia a livello della zona centrale della colonna vertebrale, in modo particolare tra le scapole.
Questo dolore, come quello lombare, è tra le prime cause di assenza sul posto di lavoro, ed almeno una volta nella vita abbiamo provato tutti questa esperienza.
La dorsalgia sarà acuta se il dolore incide solo per pochi giorni, con insorgenza improvvisa. Si parlerà, invece, di dorsalgia cronica se il dolore è persistente per almeno 3 mesi.
CAUSE DELLA DORSALGIA
Quando la parte dorsale fa male, probabilmente, è dovuto a un infortunio che ha provocato irritazione muscolare o disfunzione articolare. Alcune delle cause più comuni sono:
Eventi di natura traumatica, come: Incidenti automobilistici, cadute dall’alto o collisioni sportive possono causare dolore alla parte superiore della schiena;
Posture errate: Uno stile di vita sedentario può causare cambiamenti strutturali nella schiena e nel collo. I muscoli possono diventare deboli, e quindi perdere allineamento della colonna vertebrale.
Uso eccessivo del dorso: Sottoporre la parte superiore della schiena a più lavoro del solito, ad esempio lavorando molto tempo in flessione dorsale potrebbe causare stiramenti muscolari, distorsioni dei legamenti e infiammazioni nella parte superiore della schiena;
Sollevamento con tecnica errata: Sollevare oggetti pesante senza mantenere la colonna vertebrale in asse può sottoporre uno stress eccessivo alla dorsale.
Alcune delle cause meno comuni di mal di schiena includono:
- Artrosi;
- Malattie reumatiche;
- Alimentazione sbagliata;
- Fattori biopsicosociali;
- Ernia del disco dorsale;
- Deformità spinali;
- Fratture da compressione;
- Fibromialgia.
SINTOMI DELLA DORSALGIA
Tra i sintomi della dorsalgia troviamo:
Dolore acuto: Generalmente descritto come lancinante simile ad un coltello. Di solito il dolore è puntiforme (ad esempio lateralmente ad una vertebra O vicino la scapola);
Rigidità: Se il dolore diventa ingravescente, può contribuire ad una ridotta mobilità muscolare, legamentosa e/o delle articolazioni dorsali. Sebbene la mobilità ridotta della parte superiore della schiena non sia in genere significativa, potrebbe ridurre considerevolmente l’escursione articolare di strutture appendicolari limitrofe come gli AASS (essendo in stretto contatto con le scapole);
Dolore radiante: Dolore di tipo nervoso, periferico, che potenzialmente può diramarsi lungo il braccio, nel torace, nello stomaco o più in basso nel corpo. Questo dolore può variare da sordo ad acuto oppure essere simile a una scossa elettrica e può essere discontinuo;
Formicolio, intorpidimento o debolezza: Proprio come il dolore radiante, questi sintomi possono irradiarsi in vari distretti del corpo;
Se il mal di schiena si aggrava considerevolmente può influire sulle normali attività, come la capacità di sollevare oggetti pesanti, eseguire movimenti sopra la testa o persino inficiare sul normale riposo.
COSA FARE IN CASO DI DORSALGIA
Il trattamento della dorsalgia dipende dalle cause e dai sintomi. Normalmente puoi provare a gestirli con:
– Farmaci antidolorifici e farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), sempre dopo aver consultato un medico;
– Un cuscinetto riscaldante per ridurre rigidità;
– Impacchi di ghiaccio per gonfiore;
– Riposo.
NB: I farmaci potrebbero essere necessari nella fase preliminare del dolore. Nel tempo i farmaci dovrebbero essere eliminati a favore della fisioterapia o di altri trattamenti dediti alla gestione del dolore.
DORSALGIA & TECAR TERAPIA
La fisioterapia comprende trattamenti sia passivi (come massoterapia O trattamenti tramite elettromedicali) che attivi (come l’esercizio terapeutico).
I trattamenti passivi aiutano a rilassare il tuo corpo, tra questi troviamo la T.E.C.A.R. terapia:
E’ l’acronimo di Trasferimento Energetico Capacitivo Resistivo, applicando il principio fisico del condensatore, la Tecarterapia induce all’interno dei tessuti lesi un movimento alternato di attrazione e repulsione (500.000/ 1.000.000 di volte al secondo), producendo così 3 effetti: chimico, termico e meccanico;
Il fisioterapista può infatti utilizzare la tecar in due modalità differenti in funzione di dove è localizzata la patologia:
Tecarterapia modalità capacitiva, rilascia energia nei tessuti molli e superficiali (muscoli, sistema vascolare e linfatico, etc.)
Tecarterapia modalità resistiva, rilascia più energia nei tessuti ad alta impedenza, per questo è utilizzata per applicazioni sui tessuti ossei, cartilaginei, tendinei, aponeurotici.
Semplificando possiamo dire che con il sistema capacitivo avremo l’effetto terapeutico più in superficie mentre con il sistema resistivo avremo una distribuzione dell’effetto terapeutico più in profondità.
BENEFICI DELLA TECAR TERAPIA
Gli effetti biologici della tecarterapia sono 3:
- Effetto chimico: si ipotizza che la tecar possa recare ad una normalizzazione del potenziale di membrana, riequilibrando così gli scambi cellulari che si sono sicuramente alterarti dopo lo status infiammatorio;
- Effetto termico: tramite il richiamo di sangue nella regione trattata, viene stimolato il metabolismo delle fibre collagene favorendo così il rilassamento muscolare. Questo definito da un aumento del microcircolo locale (tramite vasodilatazione) e di calore, che oltre ad essere curativo, piacevole e rilassante, tanto che spesso alcuni pazienti si addormentano, è anche un potentissimo analgesico naturale, applicato sulla zona del dolore per massimizzarne ogni effetto.
- Effetto meccanico: l’effetto termico produce anche un effetto meccanico tradotto in vasodilatazione del sistema vascolare. Inoltre è possibile trattare i tessuti abbinando la tecarterapia con la terapia manuale, la terapia mio-fasciale e riabilitazione funzionale.